LA SALVEZZA

di Lorenzo Parolin[L8/863]

 

Che cos’è la Salvezza?
È il contrario della perdizione.
Di fatto constatiamo che la natura è stata corrotta/infettata da qualcosa che chiamiamo Peccato Originale e che l’evoluzione naturale della vita è la progressiva crescita di una malattia il cui epilogo è sempre la morte. Possibile che si debba vivere per morire?
Poi arriva un Matto che annuncia la possibilità che il male finisca e che dà come certo che la morte fisica, l’incubo angosciante per eccellenza, possa essere vinta/sconfitta da un evento chiamato risurrezione, che darebbe accesso ad una zona franca (sicura) denominata Regno dei Cieli, dove sarebbe imbandita una grande festa alla quale sarebbero invitati tutti gli uomini, perché essi sono fatti per la gioia e per la felicità.
Vuoi sapere se è facile entrare a quella festa?
Ebbene, Cristo dice che la porta di ingresso è stretta e che l’entrarvi comporta l’esercizio di sforzi notevoli: la salvezza non sarebbe a basso prezzo, essa comporterebbe lo sforzo sincero di cambiare radicalmente vita: di fare un dietrofront. Automobilisticamente parlando, il raggiungimento della salvezza richiede una conversione ad “U”.
Quanto è credibile un simile annuncio?
Nel messaggio evangelico c’è indubbiamente qualcosa di misterioso, anzi, c’è un mistero fitto per tutti, anche per gli iniziati, ma chi subodori la grandiosità incomparabile del disegno, supera gli indugi dovuti al mistero e si orienta verso la Salvezza.
Alla domanda se saranno pochi quelli che si salvano, Gesù non risponde; dice però che quando il padrone chiuderà la porta della città di Dio, molti diranno: “Signore, aprici, noi ci conosciamo bene, abbiamo mangiato e bevuto insieme”. <<Ma egli dichiarerà: “ Voi non so di dove siete ”>>. Attenzione dunque, perché vi sono dei primi che saranno ultimi. Molti infatti dicono: “Siccome sono prete, siccome leggo in chiesa, siccome sono impegnato socialmente, sono già salvo!” Invece, la salvezza non è conseguenza né di un rito magico né dell’appartenenza ad una organizzazione religiosa, ma frutto della partecipazione al mistero pasquale , parola grossa per dire che la salvezza passa attraverso la mortificazione dell’uomo vecchio, cosa ben diversa da ciò che propone il mondo. Sotto la pressione dell’inganno satanico l’uomo ha trasformato la vita che Dio gli ha donato con il triplice scopo di correggere i suoi difetti, di riconoscere Dio come Padre amoroso e di trattare gli altri uomini  come fratelli di sangue, in una epopea voluta da un “dio” permissivo e godereccio in cui i propri interessi, il piacere personale e l’assenza di fatiche e di sacrifici siano il programma ideale.
Per farla breve, le vie percorribili dagli uomini sono sostanzialmente due: la via dolce , o del piacere massimo, dello sviluppo dell’ego personale, del fare la propria volontà (via sponsorizzata dal Maligno), e che ha come traguardo della Storia la realizzazione del regno dell’uomo, un grande ordine mondiale frutto della coordinazione delle intelligenze umane più eccelse, ordine esaltato dagli esseri che snobbano il mistero di Dio. Questi sciocchi, occupati a glorificare l’uomo (l’umanità), non si accorgono che la via è in discesa e che il loro traguardo personale rimane la morte senza speranza, ossia la perdizione.
Hanno voluto investire in mondanità?
Si godano le conseguenze!
L’alternativa è la via amara , detta della croce, in cui prevale lo spirito di penitenza, l’amore al prossimo e l’adesione alla volontà di Dio. Questa via ha come traguardo l’avvento del Regno di Dio, annunciato da Cristo e sostenuto dagli uomini che credono nel Vangelo e che lo mettono in pratica. Il traguardo personale è metastorico (oltre la Storia) ed è la Salvezza: la vita eterna.
Chi investa in spiritualità e sia perseverante raccoglie la vittoria finale sul male, male che si ritrova nei suoi geni (nel DNA), inoculato nei suoi (nostri) progenitori dal Peccato Originale. (Vedi L8/677)
Il Demonio, ovviamente, propone la via dolce ed ha successo di pubblico perché gioca sul ritardo esistente tra azioni dolci e conseguenze amare; per tale motivo molti scelgono la via dolce e soccombono. Chi invece rifiuti le esche del Maligno e scelga la via amara, resta gratificato.


È bello commettere atti impuri, anche contro natura?   Sì, perché le conseguenze negative si manifestano solo alla lunga.    Quasi nessuno subodora la trappola; e vi casca dentro.

 

[rif. www.lorenzoparolin.it L8/863]